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Il lago di Caldonazzo

Posto a 449 m.s.m., è il più grande lago del Trentino, dovendosi escludere il lago di Garda, di cui solo l'insenatura più settentrionale fa parte della provincia di Trento. Inserito nel bacino idrografico del Brenta, misura una superficie di mq. 5.627.000 con un volume complessivo di mc. 148.987.000 d’acqua. Lungo m. 4735 e largo m. 1870, raggiunge una profondità massima di m. 49 sulla diagonale di Tenna; la profondità media è di m. 26,50.
Formatosi per lo sbarramento di un tronco di valle in seguito alla formazione dei conoidi alluvionali del Susà - Costasavina e del Fersina a Nord e del Centa a Sud, non è stato ancora stabilito, da parte dei geologi, se l’avvallamento in cui esso giace sia da attribuire ad uno sprofondamento (fossa tettonica) nel punto di contatto fra due grandi linee di frattura, oppure se sia dovuto alla formazione di una valle da erosione lungo una di esse.



Gli immissari che alimentano il lago sono pochi e relativamente non molto ricchi di acque. Essi sono la Màndola e il Rio Merdàr entrambi scorrenti lungo le pendici della sponda occidentale e provenienti, rispettivamente, dalla Vigolana e dalla Marzola. Altro immissario con portata perenne e discreta e la Roggia Grande (Ròza Granda), che, in canale artificiale, viene captata dal torrente Fersina a sud di Canezza e, dopo aver attraversato l'abitato di Pergine, si immette nel lago a S. Cristoforo. Quivi esiste un'abbondante scaturigine naturale, che può essere considerata la vera e propria sorgente principale del grande bacino lacuale. Emissario unico è uno dei due rami del fiume Brenta. Il torrente Centa non è né immissario, né emissario, in quanto, per infiltrazioni freatiche, è tributario del lago di Levico.

  Può essere interessante ricordare che, fino alla fine del 1700, la sponda settentrionale del lago lambiva la periferia meridionale di Pergine fino all’attuale Piazza Pacini (con la chiesetta di S. Bocco), che, significativamente, ancor oggi viene chiamata dai perginesi «Piazza delle Oche». Nei primi decenni del secolo scorso, il sindaco perginese Tommaso Maier, mediante l’abbassamento del letto del Brenta e superando fortissime resistenze dei suoi stessi concittadini, prosciugò tutto il tratto che forma l’attuale piana (i «Palùdi») tagliata in due dal lungo rettifilo che unisce Pergine a S. Cristoforo.

  Le acque del lago di Caldonazzo hanno un indice di trasparenza abbastanza elevato, anche se negli ultimi decenni esso ha subito inquietanti turbamenti a causa dell'inquinamento prodotto dal vertiginoso incremento degli insediamenti lungo tutto il suo perimetro. Per ridurre il fenomeno, riportando il lago alla sua naturale e originaria trasparenza, si sta portando a termine l’allestimento di un'imponente fognatura circumlacuale con relativi impianti di decantazione e di depurazione. Da un paio d'anni, inoltre, sono state calate sul fondo speciali apparecchiature di ossigenazione, che pure dovrebbero contribuire non poco a dare nuovo respiro sia alla flora che alla fauna subacquee. Situato in una posizione quanto mai felice, con ampi orizzonti e borghi ridenti, vi si praticano i bagni, lo sport della vela, la pesca. Per quest'ultima, si segnala che le specie ittiche presenti sono: trota lacustre e fario, coregone e persico (molto abbondanti), luccio, cavedano, vairone, scardola, tinca, carpa, anguilla, savetta, alborella ecc.